
Per dimostrare di non avere la necessità di rapinare il cliente di turno di 100 euro, oggi ai giudici riminesi una escort ungherese ha presentato il saldo del suo conto corrente da 800 mila euro. La donna però ora rischia la verifica della Guardia di Finanza.
Condannata questa mattina, insieme al suo ragazzo, ad un anno e sei mesi, G.A., all'epoca dei fatti 30enne, in attività a Riccione, era stata arrestata dai carabinieri, insieme al compagno, il 29 marzo del 2011.
Vicenda boccaccesca quella discussa martedì mattina in tribunale dove una escort ungherese 33enne e il "fidanzato" italiano 37enne sono stati chiamati a rispondere di rapina nei confronti di un cliente 35enne della ragazza.
La vicenda risale al marzo del 2011 quando il cliente decide di regalarsi una notte di sesso sfrenato e contatta l'ungherese attraverso un sito internet. Secondo quanto ricostruito in aula, in quella telefonata non si è parlato di prezzi e, quando il riminese si presenta a casa della 33enne cade letteralmente dalle nuvole quando scopre che, per intrattenersi con lei, deve sborsare 500 euro.

Dopo la brutta avventura, il 35enne riminese decide di rivolgersi ai carabinieri e di denunciare i due che ieri sono stati condannati entrambi a 1 anno e 4 mesi con la sospensione della pena.
In un disperato tentativo di difesa, l'ungherese ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee e per dimostrare che non aveva bisogno di fare una rapina, ha esibito alla corte il proprio estratto conto con un saldo da 800mila euro. Ma la linea difensiva si è trasformata in un boomerang: dopo la sentenza, il pubblico ministero ha chiesto la trasmissione degli atti alla Guardia di Finanza per una verifica fiscale alla escort.
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