
La prostituzione è un fenomeno globale, presente in tutti i paesi del mondo, con casi diversi tra loro, tra chi la ritiene legale, chi del tutto illegale e chi ha scelto una via di mezzo. Le leggicambiano da paese a paese, ma nella dottrina giuridica si è soliti individuare tre modelli di riferimento sulla prostituzione a cui le nazioni, in misura più o meno simile, si adeguano. Ci sono Stati che l’hanno regolarizzata in toto, controllando l’esercizio e facendo pagare le tasse alle donne e agli uomini che la praticano; altri invece l’hanno vietata in ogni aspetto, arrivando nei casi più estremi alla pena di morte.
I modelli di riferimento sono tre: il modello proibizionista, il modello abolizionista e il modello regolamentarista.
Secondo il modello proibizionista, la prostituzione è illegale, vietata dalla legge e perseguita a livello penale. In genere, è vietato sia praticare che acquistare prestazioni sessuali a pagamento, colpendo sia chi la pratica sia i clienti. È il modello più diffuso nel mondo, con casi limite come nei paesi islamici che praticano, o hanno praticato, la sharia: qui la prostituzione è punita con pene detentive, arrivando anche a pene corporali. Dal modello proibizionista è nato anche un sotto-modello, definito neo-proibizionista o modello svedese, da paese che l’ha applicato per primo, seguito da Norvegia e Islanda. Sono vietate tutte le attività di contorno alla prostituzione e l’acquisto della prostituzione ma non l’offrire prestazioni sessuali a pagamento: vengono puniti cioè i clienti ma non le prostitute, nella concezione che comunque siano vittime della richiesta e non direttamente artefici.
Il modello abolizionista vede la prostituzione come un’attività non lecita e pertanto non equiparabile ad altre attività commerciali, ma non è punita a livello penale. In pratica non è illegale prostituirsi né acquistare prestazioni sessuali a pagamento, ma sono punite tutte le attività di norma legate alla prostituzione: sfruttamento, reclutamento e favoreggiamento. Di questo orientamento fa parte anche l’Italia che con la legge Merlin del 1958 ha recepito la Convenzione per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione, adottata a New York il 21 marzo 1950.
Infine il modello regolamentarista che prevede la legalità della prostituzione, a totale esclusione di quella minorile e di quella esercitata sotto coercizione. Si regola la prostituzione, dal pagamento delle tasse, ai controlli sanitari, sia per garantire la dignità di chi la pratica sia per “decoro urbano”, cioè per liberare le strade delle città dalle schiere di donne e uomini che si prostituiscono.
La legge in Italia
La prostituzione in Italia è regolamentata dalla legge Merlin, Legge 20 febbraio 1958, n. 75, con cui viene recepita la Convenzione di New York, appellandosi al modello abolizionista. La legge porta il nome della deputata socialista che la propose e portò alla chiusura delle case chiuse con il divieto di praticare la prostituzione anche in case private. Il principio è quello della limitazione della prostituzione non con il divieto diretto ma tramite lo “sfruttamento di un’altra persona anche se consenziente“, tra cui anche il “mantenimento, direzione o amministrazione o contributo a finanziare una casa chiusa“.
La prostituzione in Italia è regolamentata dalla legge Merlin, Legge 20 febbraio 1958, n. 75, con cui viene recepita la Convenzione di New York, appellandosi al modello abolizionista. La legge porta il nome della deputata socialista che la propose e portò alla chiusura delle case chiuse con il divieto di praticare la prostituzione anche in case private. Il principio è quello della limitazione della prostituzione non con il divieto diretto ma tramite lo “sfruttamento di un’altra persona anche se consenziente“, tra cui anche il “mantenimento, direzione o amministrazione o contributo a finanziare una casa chiusa“.
La legge in Europa
L’Europa conta nei suoi paesi tutti e tre i modelli. Come l’Italia, la maggior parte dei Paesi europei adotta il modello abolizionista, quello cioè che punta alla sua abolizione senza colpire a livello penale le persone che la praticano. Tre grandi paesi del Nord (Svezia, Norvegia e Islanda) applicano il modello neo-proibizionista per cui si punisce il cliente, pur vietando la pratica della prostituzione a livello generale. Molti sono anche i paesi che hanno scelto il modello proibizionista, soprattutto nell’Europa dell’Est. Alcune nazioni hanno invece optato per il modello regolamentarista, quello che non vieta la prostituzione ma dà delle regole: Olanda, Germania, Turchia, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia hanno reso la prostituzione legale. Per regolamentarla si sono introdotte tasse e restrizioni, come luoghi preposti (i famosi “quartieri a luci rosse”), l’obbligo di controlli sanitari e di segnalazione della residenza per chi la pratica. Ovviamente è vietata la prostituzione minorile e ogni tipo di attività crim
L’Europa conta nei suoi paesi tutti e tre i modelli. Come l’Italia, la maggior parte dei Paesi europei adotta il modello abolizionista, quello cioè che punta alla sua abolizione senza colpire a livello penale le persone che la praticano. Tre grandi paesi del Nord (Svezia, Norvegia e Islanda) applicano il modello neo-proibizionista per cui si punisce il cliente, pur vietando la pratica della prostituzione a livello generale. Molti sono anche i paesi che hanno scelto il modello proibizionista, soprattutto nell’Europa dell’Est. Alcune nazioni hanno invece optato per il modello regolamentarista, quello che non vieta la prostituzione ma dà delle regole: Olanda, Germania, Turchia, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia hanno reso la prostituzione legale. Per regolamentarla si sono introdotte tasse e restrizioni, come luoghi preposti (i famosi “quartieri a luci rosse”), l’obbligo di controlli sanitari e di segnalazione della residenza per chi la pratica. Ovviamente è vietata la prostituzione minorile e ogni tipo di attività crim
La legge nel mondo
La prostituzione, in linea di massima, è vietata nella maggior parte dei Paesi nel mondo. Esclusi Libano, Turchia e Tunisia, i paesi musulmani vietano la prostituzione in ogni sua attività, punendo chi la pratica e chi la acquista a livello penale o con sanzioni amministrative. Gli Stati Uniti hanno messo la prostituzione fuori legge in tutti gli Stati, a eccezione del Nevada dove è legale (fa eccezione Las Vegas, dove la prostituzione è illegale, ma ovunque si trovano uomini e donne che distribuiscono dei biglietti con il numero di telefono per contattare le prostitute). Il modello abolizionista è quello più praticato, ma ci sono Paesi che hanno regolarizzato la prostituzione: in America troviamo il Messico, la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, Panama e il Venezuela; in Africa il Senegal; in Asia il Libano; in Oceania la Nuova Zelanda e gli stati del Queensland, New South Wales, Victoria e nel Territorio della capitale in Australia.
La prostituzione, in linea di massima, è vietata nella maggior parte dei Paesi nel mondo. Esclusi Libano, Turchia e Tunisia, i paesi musulmani vietano la prostituzione in ogni sua attività, punendo chi la pratica e chi la acquista a livello penale o con sanzioni amministrative. Gli Stati Uniti hanno messo la prostituzione fuori legge in tutti gli Stati, a eccezione del Nevada dove è legale (fa eccezione Las Vegas, dove la prostituzione è illegale, ma ovunque si trovano uomini e donne che distribuiscono dei biglietti con il numero di telefono per contattare le prostitute). Il modello abolizionista è quello più praticato, ma ci sono Paesi che hanno regolarizzato la prostituzione: in America troviamo il Messico, la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, Panama e il Venezuela; in Africa il Senegal; in Asia il Libano; in Oceania la Nuova Zelanda e gli stati del Queensland, New South Wales, Victoria e nel Territorio della capitale in Australia.
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